ARTE E STORIA: IL GRUPPO FOLKLORISTICO
La nascita del Gruppo Folcloristico di Collio Val Trompia risale al 1920 con lo scopo di presentare ai villeggianti il paese e la peculiare tradizione di musiche, canti e balli.
Oltre a partecipare, con la banda municipale, alle cerimonie civili e alle principali manifestazioni comunitarie, il Gruppo si fece promotore della cultura colliense in numerose altre occasioni: in proposito viene ancora ricordata la trasferta a Roma nel 1930 per partecipare, insieme a una selezione dei più importanti gruppi folcloristici italiani, ai festeggiamenti ufficiali per le nozze del principe Umberto di Savoia.
Oggi il Gruppo Folkloristico di Collio è composto da circa una quarantina fra ballerini e suonatori.
Il repertorio del Gruppo Folkloristico di Collio conserva elementi formali e stilistici tradizionali; in particolare tre brani, ballati con originali coppie in cerchio.
La “Tarantella paesana”, anche denominata marcia, e “Il furbo galilèto”, caratteristico ballo di corteggiamento dal testo colorito, sono simili alla monfrine, musiche da ballo diffuse in tutto l’arco alpino.
I due balli venivano anche indicati come maitenàde: espressione popolare riferita a musiche e stornelli la cui esecuzione, durante le feste in osteria, era caratterizzata da una prolungata iterazione.
Il “Valzer del mandriano” è un valzer alla vecchia, la cui marcatura ritmica in levare lo rende molto simile alla mazurka.
Accanto al brano “E le bèle s’scète” (“E le belle ragazze”), canzone in forma di scòtis ben conosciuta in valle, vanno ricordati i canti “Laùra póer om” (“Lavora pover’uomo”), “Vien morettina vien” e “Rimira o Ninetta”. “Le colombine” è una composizione originale di Bortolo Biena ispirata all’omonima montagna che domina la conca di Collio.
Gli strumenti del Gruppo Folkloristico di Collio sono le fisarmoniche e la chitarra.
In passato lo strumentario comprendeva la piccola fisarmonica a bottoni semitonata suonata da Giacomo Calzoni, il basù (contrabbasso a tre corde, suonato con l’archetto), il triangolo. Quando i suonatori si ritrovavano in osteria si aggiungevano componenti della banda con clarino o altri strumenti a fiato, ma anche violinisti e mandolinisti.
I costumi riproducono fedelmente gli abiti abitualmente indossati in alta valle nei giorni di festa fino ai primi decenni del Novecento. Il costume maschile è in fustagno pignolato blu o nero, con caratteristico cappello di feltro con fibbia, adornato da piume di pavone e stelle alpine. Il costume femminile è costituito da camicia bianca di lino, scialle colorato con frange, abito lungo scuro, fazzoletto di mussola colorato annodato alla nuca.
Nel 2001 la Scuola Media di Collio ha avviato un laboratorio didattico pluriennale dedicato proprio al Gruppo Folkloristico di Collio.
Il laboratorio partecipa a un progetto Comenius dal tema “Conoscenza e interscambio di danze popolari tra diversi popoli europei”, finalizzato allo studio delle tradizioni locali in una prospettiva di scambio europeo fra scuole; in tal senso è attiva una collaborazione con i Paesi Baschi e la Bulgaria.
Per maggiori informazioni visita il sito dell’associazione Vivere la nostra storia.